«L’età fragile» di Donatella Di Pietrantonio
Compartir en Facebook
Parigi, 25 luglio 2025. «L’età fragile» è il romanzo di Donatella Di Pietrantonio che ha conquistato il Premio Strega 2024, consolidando la posizione dell’autrice tra le voci più potenti e delicate della narrativa italiana contemporanea. L’opera si distingue per la sua profondità emotiva, l’attenzione alla psicologia dei personaggi e la capacità di dare voce a un tempo della vita carico di inquietudine, speranze e paure. In queste pagine, Di Pietrantonio affronta con un linguaggio limpido e intenso il tema della fragilità in tutte le sue sfumature, raccontando un’epoca in cui la vulnerabilità non è solo una debolezza, ma anche la radice di ogni crescita e trasformazione. Donatella Di Pietrantonio, già conosciuta per romanzi come «L’Arminuta» e «Borgo Sud», si conferma con «L’età fragile» quale narratrice capace di indagare con sensibilità eccezionale le pieghe dell’animo umano. Originaria dell’Abruzzo, Di Pietrantonio ha sempre portato nelle sue storie la forza dei legami familiari, le ferite del passato e la complessità del diventare adulti, conquistando pubblico e critica con una prosa che unisce sobrietà e intensità. Il romanzo ruota attorno a una protagonista femminile, la cui identità e vicenda personale diventano pretesto per esplorare la fragilità dell’esistenza in una stagione cruciale della vita. Ambientato in una provincia italiana che fa da specchio alle inquietudini interiori, il racconto segue il percorso di crescita, smarrimento e riscatto di una giovane donna chiamata a confrontarsi con i propri limiti, sogni infranti e desideri taciuti. La narrazione si sviluppa attraverso una serie di episodi che mettono in luce tanto le tensioni familiari quanto la difficile ricerca di una propria voce nel mondo. Tra amicizie complesse, rapporti con i genitori segnati da silenzi e incomprensioni, e il lento risveglio di una coscienza autonoma, la protagonista attraversa quell’età «fragile» in cui tutto sembra ancora possibile ma anche terribilmente precario. I temi centrali • La fragilità come forza: Il libro esplora la fragilità non come limite, ma come condizione universale che accomuna chiunque si trovi a crescere, a cambiare, a soffrire e a sognare. • Il rapporto madre-figlia: Come già nei lavori precedenti dell’autrice, torna centrale il legame tra madri e figlie, fatto di vicinanza, conflitto, incomprensioni e tenerezze improvvise. • L’Abruzzo come simbolo: I luoghi sono più che un semplice sfondo: la terra abruzzese, le sue montagne e i suoi silenzi, incarnano la durezza della vita ma anche la capacità di resistenza e di rinascita. • L’adolescenza e la crescita: L’età fragile è per antonomasia quella dell’adolescenza, ma Di Pietrantonio la amplia a qualsiasi stagione della vita in cui ci si senta esposti e vulnerabili. • Il potere salvifico della parola: Nel romanzo il linguaggio è un rifugio e una via d’uscita, e la scrittura stessa diventa strumento di conoscenza e liberazione. Lo stile di Donatella Di Pietrantonio si distingue per la capacità di rendere con pochi tratti vividi i paesaggi esterni e interni, alternando momenti di grande asciuttezza a pagine di intensa liricità. I dialoghi sono misurati, spesso carichi di ciò che non viene detto, e la voce narrante è insieme fragile e potentemente autentica. Il flusso della narrazione è scandito da immagini precise, da dettagli che rimangono impressi per la loro verità, e da una tensione emotiva che attraversa ogni capitolo. Fin dalla sua pubblicazione, «L’età fragile» ha raccolto unanimi consensi. La critica ha lodato la capacità dell’autrice di affrontare temi universali senza mai cadere nel sentimentalismo, restituendo la complessità dei sentimenti umani con rispetto e profondità. Il Premio Strega 2024, il riconoscimento letterario più prestigioso in Italia, è stato conferito a Di Pietrantonio proprio per la maturità narrativa e la forza del suo racconto, che riesce a parlare a lettori di ogni età. Il titolo scelto da Di Pietrantonio contiene in sé tutto il senso del romanzo. «Fragile» non è sinonimo di debolezza, ma piuttosto di apertura e sensibilità verso ciò che ci circonda. L’età fragile è quell’istante della vita – lungo o breve che sia – in cui ci si trova sospesi tra passato e futuro, tra ciò che si è stati e ciò che si vorrebbe diventare. In questa soglia, la protagonista (e, con lei, ogni lettore e lettrice) impara che la fragilità può essere accolta, compresa e trasformata in risorsa. Sebbene il romanzo sia incentrato su una protagonista, la coralità delle figure che la circondano contribuisce a creare un affresco ricco e multiforme. Ogni personaggio, dalla madre silenziosa all’amica ribelle, dal padre assente ai compagni di scuola, rappresenta una diversa sfaccettatura della fragilità umana e delle possibili strade per affrontarla. Il percorso interiore della protagonista, segnato da dubbi, paure e piccoli slanci di coraggio, diventa il filo conduttore della narrazione. La sua voce, a tratti esitante e a tratti risoluta, accompagna il lettore in un viaggio di scoperta di sé che non ha mai nulla di scontato. Non meno importanti sono i personaggi che gravitano attorno alla protagonista: la madre, ancorata a una tradizione che spesso soffoca; l’amica che incarna il desiderio di libertà e rottura; figure maschili che appaiono, scompaiono e ritornano, a testimonianza dell’incertezza che accompagna ogni relazione umana. La vittoria del Premio Strega è un riconoscimento non solo del valore letterario di «L’età fragile», ma anche della sua capacità di farsi specchio delle inquietudini e dei disagi delle nuove generazioni. In un’epoca segnata da crisi globali, dalla pandemia alle guerre, dalle difficoltà economiche all’incertezza sul futuro, il romanzo di Di Pietrantonio offre uno sguardo empatico e sincero su quanto sia difficile, eppure necessario, accettare la propria vulnerabilità per poter crescere. «L’età fragile» è destinato a lasciare un segno profondo nella letteratura italiana, non solo per la grazia stilistica e la lucidità con cui viene affrontato il tema della fragilità, ma anche perché apre un dialogo sulle nuove forme di resistenza, solidarietà e ricerca di senso nell’epoca contemporanea. Il romanzo invita a non aver paura delle proprie debolezze, a considerarle una parte imprescindibile del nostro essere, e a trovare nella condivisione e nella parola un modo per attraversare le difficoltà. La scrittura di Di Pietrantonio, asciutta e mai compiaciuta, ma capace di improvvise accensioni liriche, rende ogni pagina una piccola epifania. La sua capacità di raccontare il non detto, di restituire la tensione dei silenzi, di rendere universale una storia profondamente personale, è ciò che rende «L’età fragile» un romanzo che continuerà a parlare a lungo ai suoi lettori e lettrici. In definitiva, «L’età fragile» di Donatella Di Pietrantonio, Premio Strega 2024, è un romanzo che indaga con rara sensibilità le sfumature della fragilità umana, restituendo un affresco vivido delle incertezze, delle speranze e delle paure che segnano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta – o qualsiasi altra fase di transizione nella vita di ciascuno di noi. Un libro che invita alla riflessione, alla comprensione di sé e degli altri, e che si candida a diventare un classico della letteratura italiana contemporanea. Félix José Hernández.
Compartir en Facebook