Una mostra personale della pittrice Francesca Duscià
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Firenze, 5 dicembre 2023. Dall’8 dicembre 2023 al 28 gennaio 2024 nel cuore del Ghetto di Venezia, nello spazio di Ikona Gallery, un racconto per immagini delle più importanti feste della cultura e tradizione ebraica in una mostra personale della pittrice Francesca Duscià. Inaugura il 7 dicembre, proprio in occasione dell’accensione della prima candela di Hannukkah, la cosiddetta festa dei Lumi, la mostra Francesca Duscià. Un viaggio nella tradizione ebraica, con la cura di Ermanno Tedeschi. Non poteva esserci luogo più adeguato ad accoglierla che il cuore del Ghetto di Venezia, nello spazio di Ikona Gallery in Campo di Ghetto Nuovo. Francesca Duscià, originale artista romana con radici napoletane e genovesi, ci accompagna infatti attraverso le sue opere in un viaggio nella tradizione ebraica alla scoperta dei riti praticati nelle diverse feste. L’artista, pur non appartenendo direttamente alla cultura ebraica, ne è rimasta profondamente colpita, grazie ai suoi contatti con amici e, soprattutto, all’incontro con il grande Emanuele Luzzati, suo vicino di casa quando abitava a Genova. L’ebraismo prescrive numerose festività, intese come giorni in cui si ricorda un avvenimento specifico o un particolare periodo dell’anno. Alcune di queste ricorrenze sono legate alle tradizioni agricole e stagionali. La famiglia è sempre al centro di tutte le feste, incominciando da quella più conosciuta, Shabbat, in cui si celebra l’inizio del sabato tutti intorno alla tavola imbandita con cibi tradizionali, come il vino e la challah, il tradizionale pane intrecciato, che viene benedetto e spezzato con le mani all’inizio del pasto. Francesca con meticolosità, attenzione e rispetto, si addentra nel mondo ebraico illustrandone i momenti più felici che segnano la vita di tutti quanti, a partire dalla circoncisione del neonato o Brit Milah, eseguita 8 giorni dopo la nascita; prosegue con il Bar mitzvah, la maggiorità religiosa che i maschi raggiungono al compimento dei 13 anni e il Bat mitzvah, la maggiorità religiosa che le femmine invece raggiungono a 12 anni; continua poi con il matrimonio, di cui parte integrante è la Ketubah, ovvero il contratto che lega gli sposi. L’anno ebraico inizia con Rosh Ha-Shanah o capodanno, raffigurato nel dipinto con mele e miele, simboli di dolcezza, e il melograno di buon auspicio, cibi consumati in questa occasione; dopo 10 giorni si celebra Yom Kippur, giorno di digiuno, di preghiera e di espiazione dei peccati, che termina con il suono dello shofar (corno di montone), per poi proseguire nella festa di Sukkot, detta festa delle capanne, durante la quale si prega con in mano un ramo di lulav, il ramo di palma, e un etrog, un cedro. Sukkot si conclude con la festa della Torah, Simchat Torah, dove tutti i sefarim, i rotoli di pergamena su cui è scritto a mano il testo della Torah, vengono portati a braccia a turno dai frequentatori della sinagoga e tutti gli uomini presenti li seguono cantando gioiosamente inni e canti di lode al Signore. Anche questa celebrazione è vivacemente illustrata con molteplici accese cromie in un’opera in mostra. L’artista descrive poi con colori vivaci due gioiosi momenti di festa, dedicati soprattutto ai bambini: Hanukkah o la festa delle candeline, durante le quali si mangiano i sufganiyot, i caratteristici bomboloni fritti nell’olio e Purim, in cui si usa mascherarsi e mangiare dolci particolari detti Hamantaschen o orecchie di Hamman. Non viene dimenticata la rappresentazione pittorica della Pasqua ebraica o Pesach, durante la quale si serve un piatto composto da uova sode, che simboleggiano la vita, un gambo di sedano intinto nell’aceto, che ricorda il duro lavoro e la schiavitù, una marmellata a base di frutta fresca e secca, vino e un’erba amara a ricordo del terreno argilloso egiziano e della difficile vita del popolo ebraico e, infine l’agnello, che rappresenta il sacrificio pasquale. Per concludere Shavuot, la festa che commemora il dono della Torah a Mosè sul Monte Sinai e il Capodanno degli alberi o Tu BiShvat, durante il quale si è soliti mettere a dimora nella terra alberi e si consuma un pasto a base di cereali, frutta fresca e secca per celebrare il raccolto passato e propiziare quello futuro. La mostra, ad ingresso gratuito, sarà aperta dall’8 settembre 2023 al 21 gennaio 2024 tutti i giorni, escluso il sabato, dalle ore 10.30 alle 17.30. Andrea Acampa. Firenze Musei.Palazzo Pitti, Piazza Pitti, 1 – 50125 Firenze. Félix José Hernández.
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