Ufficio Belle Arti di Franco Vestri
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Firenze, 11 aprile 2023. Segnaliamo la presentazione, giovedì 13 aprile alle ore 17 nell’Auditorium Giovanni Spadolini nel Palazzo del Pegaso, del volume di Franco Vestri “Ufficio Belle Arti di restauri e di altre cose”, Casa Editrice Sillabe. Nel volume Franco Vestri ripercorre i 35 anni della sua carriera professionale dal 1984, data di ingresso in Soprintendenza come Assistente tecnico, fino alla recente pensione nel 2020. Si tratta del racconto appassionato e per alcuni versi anche scanzonato e pieno di umorismo toscano della sua attività legata ai cantieri di restauro dei più importanti monumenti della Regione. Nel descriverci le difficoltà tecniche e la creatività dei diversi approcci anche multidisciplinari messi in atto nell’affrontare dei restauri complessi ci introduce dietro le quinte a fianco di personaggi, dirigenti, collaboratori e studiosi che hanno messo la propria intelligenza al servizio della bellezza. Giovane geometra alle dipendenze della ditta di restauro “Figli di Augusto Lorenzini” decide di affrontare il concorso in Soprintendenza con una certa titubanza, forse anche spinto da problemi di salute. Ed inizia nei primi capitoli a tratteggiare l’ambiente della Soprintendenza, delle ditte che ruotano intorno all’ “anticamera” e descrivere i colleghi con grande simpatia. La crescita professionale e umana di Franco Vestri, per come è raccontata già nei primi capitoli, coinvolge e commuove per il forte desiderio di imparare, di conoscere, di attuare al meglio i compiti a lui affidati, senza paura dei nuovi incarichi e delle nuove esperienze. Il racconto parte dai restauri alla chiesa di San Silvestro a Larciano un paesino sulle colline del Montalbano, vicino a Pistoia a cui seguirono numerosi incarichi, che riguardavano interventi non particolarmente importanti e impegnativi fino alla chiesa di Santa Maria Assunta a Gavinana e all’oratorio di Sant’Anna in Vizzaneta in collaborazione con Vincenzo Vaccaro e con Isabella Lapi con la quale lavorerà anche al restauro dei preziosi affreschi dell’oratorio del Tau a Pistoia, mentre inizia la collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, dove si diplomano ancora oggi i giovani restauratori, aggiornati alle nuove scoperte tecnologiche. Seguiranno poi i lavori alla chiesa dello Spirito Santo a Pistoia, cantiere diretto da Pietro Ruschi e Riccardo Dalla Negra e il restauro della casa-natale di Giuseppe Giusti, a Monsummano Terme. Ed è piacevole scorrere il caleidoscopio di nomi di illustri funzionari e professionisti del restauro che tanto hanno dato a questa disciplina e alla Soprintendenza: vengono citati uno ad uno con le loro qualifiche ed a volte anche qualche scherzoso aneddoto. Arrivano poi i più prestigiosi incarichi, prima fra tutti il cantiere della Cupola di Santa Maria del Fiore, che il soprintendente Calvani affidò a Riccardo Dalla Negra. E sono qui descritti con precisione l’iter e le diverse fasi del restauro, gli studi, i sopralluoghi, le difficoltà nel reperimento dei fondi e poi le fondamentali scoperte, fino alla realizzazione del “Consorzio Brunelleschi”, alla fine del 1988, con squadre di restauratori impegnati sui vasti ponteggi. E proprio alla organizzazione di questo straordinario ponteggio è dedicato un capitolo del libro, a tutti gli accorgimenti tecnici e di sicurezza fino ad arrivare alla rivoluzionaria idea di aprire il cantiere della Cupola a chiunque, con intenti di studio o di lavoro, ne facesse richiesta. Segue il racconto dell’affascinante restauro degli affreschi della Cupola e i rilievi finali dell’intero monumento condotti con la stereofotogrammetria. Un capitolo è dedicato al rapporto con Massimo Ricci e alla sua definizione della Regola; viene qui narrata la ricerca appassionata e coinvolgente che ha portato l’architetto fiorentino che stava costruendo, in scala ridotta, nel parco dell’Anconella, lungo l’Arno, a sud est di Firenze il modello della Cupola brunelleschiana, a definire con esattezza la modalità con cui Brunelleschi ha edificato l’immenso capolavoro fiorentino. Ed il racconto si dipana senza risparmiarsi con frizzanti scambi di opinione e sincera ammirazione ed amicizia. Seguirà poi, nell’avventura professionale di Vestri, il lavoro sul restauro della Basilica di San Lorenzo con la descrizione efficace delle difficoltà tecniche nella realizzazione delle strutture che avrebbero consentito i lavori e l’affasciante restauro con le scoperte mirabili legate a studi approfonditi. Con grande umanità e consapevolezza dei veri valori della vita Franco Vestri tratteggia e ci mette a parte anche delle varie fasi dei suoi problemi di salute che lo porteranno nel 1999 a dotarsi di una sedia a rotelle per poter continuare con ineguagliabile entusiasmo ed ottimismo a portare avanti gli innumerevoli compiti del suo lavoro. E si apre quindi il racconto dei restauri nel Museo delle Cappelle Medicee, nella Cappella dei Principi con un’attenta descrizione delle analisi dei problemi che si erano verificati e lo studio delle soluzioni che sempre uniscono scientificità, tecnologia e ricerca alla creatività e all’intuizione. L’importanza della documentazione è sottolineata nei racconti e nelle pubblicazioni che sono scaturite da questi lavori che diventeranno poi esempi di scuola da diffondere e condividere. Aver seguito il progetto dell’ascensore per Michelangelo, cioè del fondamentale elevatore che potrà permettere a tutti i visitatori di poter godere della Sagrestia Nuova fino ad allora raggiungibile solo salendo due rampe di scale, è un progetto che dà orgoglio a Franco Vestri e lo vede coinvolto professionalmente e umanamente in una battaglia di civiltà che, per una volta, ha avuto buon esito. E che proseguirà poi nei lavori per la progettazione della nuova uscita dal Museo. Si arriva poi alle conclusioni, ai rendiconti, alle considerazioni, alla spinta che ha portato Vestri a mettere sulla carta la sua avventura grazie anche ad un suo stile espressivo innato e così particolare, da rendere gradevole anche ogni passaggio tecnico, ogni descrizione di cantiere, perché si avverte la passione umana sottesa che lo anima Andrea Acampa Ufficio Stampa - Firenze Musei Palazzo Pitti, Piazza Pitti, 1 – 50125 Firenze. Félix José Hernández.
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